Il fotografo è un “se stesso” più il paesaggio che ritrae

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Il fotografo è un “se stesso” più il paesaggio che ritrae

La natura è meravigliosa semplicemente perché esiste: imitiamola mentre scattiamo fotografie e viviamo ciò che restituisce, gratis, senza pretese

Abbiamo già avuto modo di parlare di quelli che a mio avviso sono i quattro pilastri fondamentali da tenere a mente quando si vuole scattare una fotografia: ora con questo articolo andiamo a sviscerare invece le qualità che dovrebbero contraddistinguere ogni fotografo paesaggista e, credetemi, non sono tutte così scontate.

Essere un amante della natura

Ma va? A leggerlo così sembra tautologico ma non lo è affatto. Sono capaci in molti nel sostenere che un bellissimo paesaggio piace a tutti ma non basta il mero apprezzamento di un luogo per permetterti di fare un salto di qualità. Deve piacervi la natura, immergervi nell’ambiente e riuscire a dimenticare il caos, la routine quotidiana e non sentirvi perduti se non riuscirete a essere collegati ai social network per un po’ di tempo. 

Una delle cose che più apprezzo in assoluto quando sono in viaggio in posti isolati dalla civiltà è l’immediato ritorno ai ritmi della vita naturale. Il sole tramonta? Da lì a poco la giornata finirà e si dormirà beati come fanciulli, anche se sono le 5 di un pomeriggio di dicembre. Per contro, alle prime luci dell’alba si è già pronti e scattanti e ci si sente riposati come non mai! Ovviamente alcune esigenze fotografiche come gli scatti in notturna esulano da questi ritmi, ma il concetto di ritorno alla natura accomuna ciascuno di questi momenti.  Un pensiero che sottolinea l’esigenza di abbracciare nuovi ritmi e di considerare l’essenza di certi valori che la natura dà per scontato mentre l’uomo no, ad esempio la felicità a priori. Gli alberi e i fiori non hanno soldi, riconoscimenti, premi, conti bancari, ma sono ricolmi di gioia senza motivi, lì ai piedi di montagne illuminate dai primi raggi di sole che creano rifrazioni suggestive e incredibili giochi di luce, sui residui di neve fresca.

La natura è meravigliosa semplicemente perché esiste: imitiamola mentre scattiamo fotografie e viviamo ciò che restituisce, gratis, senza pretese.

Framing-calanchi

Rispetto per la natura

Questo punto è strettamente connesso con quello precedente ed è davvero difficile potersi definire un amante della natura senza averne pieno rispetto. Questo è il punto che vedo più disatteso durante i miei viaggi o trekking.  Immondizia lasciata ovunque (e qui parliamo di inciviltà), fiori strappati e raccolti senza curarsi del fatto che magari siano specie rare, coralli portati a casa come souvenir, fuochi accesi senza criterio, rumori e schiamazzi che spaventano la fauna locale o altri evidenti segni del nostro incauto e maleducato passaggio. Non dovendo noi sopravvivere nella natura come un Neanderthal possiamo tranquillamente definirci “ospiti” e come tali dovremmo comportarci. Ricordiamo sempre che “noi siamo noi, più il paesaggio nel quale siamo inseriti”. Se non rispettiamo esso, non rispettiamo neppure noi stessi.

A tal proposito vi segnalo l’organizzazione Leave No Trace  che si occupa proprio di promuovere un’etica del vivere a contatto con la natura: troverete sicuramente interessante il loro lavoro.

Un altro tema non troppo affrontato è quello della propria carbon footprint, ovvero una misura che esprime in CO2 equivalente al totale delle emissioni di gas a effetto serra, associate allo stile di vita che svolgiamo. Su questo possiamo rassegnarci: la nostra vita è estremamente inquinante. Possiamo cercare però accorgimenti più eco sostenibili, come ad esempio trasporti condivisi rispetto alla macchina individuale oppure cercare di compensare le nostre emissioni ad esempio piantando alberi. Da un po’ di tempo a questa parte collaboro con Treedom, una società di Firenze che si occupa proprio di questo: inverdire di più il pianeta o come dicono loro “Let’s green the planet”. Per pochi euro si può comprare un albero che verrà coltivato in determinate zone del mondo e questo ovviamente contribuirà all’assorbimento di un po’ della CO2 che produciamo nella nostra vita quotidiana.

Andate a vedere con il loro calcolatore quanta CO2 producete ogni giorno e se avrete voglia di iniziare a rendere più verde la vostra vita, potete aggiungere un alberino alla foresta che ho già iniziato a creare di nome Breathe

L’unica cosa al mondo che tutta l’umanità condivide in egual misura è l’ambiente e per preservare noi stessi dobbiamo educarci ed educare gli altri al riguardo e alla riverenza di esso.

Un concetto questo, della “devozione al paesaggio naturale” che cerco di evocare in ogni mio scatto fotografico e che ogni volta fa battere il cuore più forte.

Siamo disabituati a dire quel “grazie” che pensiamo non possa avere risposta, esempio quello sussurrato alla natura. Eppure la natura ci parla di continuo e ci risponde attraverso tutti i sensi. Quello visivo-emozionale che diventa ogni volta evocativo è racchiuso nei ritratti paesaggistici che realizziamo con quell’enorme attenzione che la natura stessa merita.

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Vivere il momento anche senza macchina fotografica

Questo argomento è uno dei più difficili da comprendere, ma è uno di quelli che maggiormente aumenterà la qualità della vostra vita. È vero, ognuno di noi vorrebbe lo scatto perfetto, riuscire ad immortalare il miglior tramonto dell’anno e così via…  Eppure madre natura non dipende da noi e potrebbe regalarci sorprese straordinarie, durante le nostre “attese fotografiche alla ricerca della perfezione” oppure no: sta a noi riuscire ad accettarlo con il sorriso sulle labbra.

Sicuramente saremo in un fantastico luogo, circondati da miriadi di cose belle e magari in compagnia di persone care. Si deve imparare a godere di quel momento e gioirne così come appare. Se in questo godimento naturale si riesce a portare a casa anche un buon scatto, ancora meglio: tutto ciò deve essere, però, un valore che si aggiunge al resto!

Tantissime volte mi è capitato di fare dei trekking con kg e kg di strumentazioni sulle spalle e non aver scattato nemmeno una singola fotografia perché le condizioni non erano quelle che cercavo. Non per questo mi sono arrabbiato o son rimasto deluso! Mi sono goduto comunque la bellissima giornata e magari ho solo sofferto un po’ di mal di schiena alla sera!

Un’altra cosa che letteralmente amo si trova nel momento apicale del tramonto o dell’alba: quel fermarmi silenzioso fuori e dentro l’anima, e per qualche secondo, semplicemente immergermi in quello che mi circonda. Scatto sì la mia foto, ma poi stacco il mio occhio dal mirino e mi siedo a contemplare quello che è lì davanti a me, senza nessun filtro o oggetto tecnologico tra me e la natura. Dovreste provarlo e sentirlo almeno una volta, l’effetto di purificazione che restituisce alla nostra anima.

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Piacere Viaggiare

La cosa bella del viaggiare, vicino o lontano che sia, è riuscire a scoprire paesaggi e culture nuove, diverse da quelle cui siamo abituati: sono un motore importantissimo per la nostra ispirazione. Siamo naturalmente attratti da tutto ciò che per noi è nuovo e inusuale, infatti rimaniamo sempre a bocca aperta davanti a deserti sabbiosi o spettacolari scogliere sui mari, ma ricordatevi sempre che la bellezza è OVUNQUE, anche dietro casa vostra. Di questo sono assolutamente sicuro, non è necessario dover viaggiare dall’altra parte del mondo per poter assistere a un paesaggio magnifico che valga la pena fotografare. Lo si può tranquillamente trovare anche nel posto in cui viviamo, basta spogliare l’occhio dall’”abitudine” di vedere le stesse cose ed ecco che si imparerà a vedere la magia anche nel proprio territorio. Una piccola nota su questo punto è d’obbligo: esistono luoghi che sono meravigliosamente fotogenici e lì in essi fare una bella foto è quasi dato per scontato al di là di ogni abilità fotografica. Fotografare invece gli scorci meno spettacolari è molto più difficile: serve inventiva, creatività e occhio fotografico al fine di cogliere quel particolare, capace di rendere straordinario anche lo spazio più ordinario.

A tutti voi fotografi italiani, tengo sempre a far presente che siamo in Italia, uno dei paesi più belli del mondo e sicuramente il più invidiato e desiderato da tutti. Durante i miei viaggi incontro un sacco di persone e un’ambizione comune in tutte loro: visitare per la prima volta o ritornare nella nostra tanto celebrata Italia. Quindi non troviamo scuse: come italiani, abbiamo il dovere per primi di valorizzare la nostra terra, restituendo una immagine di essa che la impreziosisca sempre più.

Un altro aspetto connesso al viaggiare è il fare trekking. Fotografare paesaggi non è detto che debba essere necessariamente scomodo: luoghi come  il Passo Giau nelle dolomiti o i cipressi della Val d’Orcia sono fotografabili direttamente dalla macchina, eppure è proprio addentrandosi in angoli più inusuali e nascosti, fuori dai soliti percorsi, che si trovano le vere gemme, gli scorci  stupefacenti, meno conosciuti che lasciano a bocca aperta. Quindi sentire la voglia di camminare un po’, essere disposti a faticare, respirando però l’aria benevola della natura, per raggiungere alcuni posti particolari, può davvero essere un’esperienza che ripagherà di tutti gli sforzi e che resterà a lungo nei vostri ricordi.

Yangshuo Mountains

Pazienza

Dicono sia la virtù dei forti… e sicuramente è la virtù dei fotografi paesaggisti. Si attende, si persevera e si pazienta tanto. Il processo che porta allo scatto richiede attenzione e tempo. È necessario progettare e pianificare tutto  ciò che tocca lo scatto fotografico che stiamo cercando, il più possibile da casa: si arriva nel luogo del click abbondantemente in anticipo, si studia il luogo e si cerca la miglior composizione possibile, attendendo il momento ideato che potrebbe essere anche dopo ore (tramonto, alba, stelle). Tutto questo richiede pazienza, ma non è un’attesa di quelle che ti fanno sbuffare e battere i piedi. No Assolutamente no. È parte dello scattare anche solo una fotografia, quel godersi appieno il posto in cui si è e la metamorfosi delle cose e degli eventi che ci circondano, a cui abbiamo il privilegio di assistere.  Se non ritrovi te stesso in questo “mood” sicuramente troverai questo genere fotografico faticoso e poco appagante. E se invece sentirai di vestire a pennello ogni istante di questi momenti, ogni piccola azione di questo procedimento fotografico e di questa immersione di cuore e anima nella natura circostante, allora amerai tutto ciò che ti sto raccontando e non rinuncerai mai più a una tale bellezza che pian piano migliorerà anche le caratteristiche della tua personalità e del tuo modo di vivere in questo mondo, rendendoti una persona migliore.

Voglia di migliorare, un passo alla volta

Questo punto mi è estremamente caro e l’ho lasciato appositamente per ultimo. Tutti fantastichiamo lo scatto perfetto, un connubio tra posizione totalmente adatta e compiuta, condizioni naturali irripetibili ed esecuzione tecnica e di post produzione magistrale, ma questo non si attua in due secondi. È frutto di ricerca, studio, osservazione del lavoro altrui, consigli e insegnamenti e, perché no, anche di un pizzico di fortuna.  Oggi nell’era dei social network siamo inondati di fotografie, belle o brutte che siano, e tra queste ne vediamo a migliaia di meravigliosamente belle, avvenenti oltremodo che ci sembrano totalmente al di fuori delle nostre capacità: capita anche a me di continuo e questo ci porta, a lungo andare a scoraggiarci. È il punto cruciale, non ci si deve abbattere!  Un passo alla volta, foto dopo foto, nozione dopo nozione, ci avvicineremo sempre di più verso lo scatto che sogniamo.

Un’altra cosa da tenere sempre a mente è che nella nostra fotografia noi mettiamo un pezzetto di noi stessi e questo, se siamo bravi, permette di trasmettere in chi la guarda diverse emozioni. Quando diventiamo capaci di fare questo, anche se non abbiamo la fotografia più bella di instagram, anche se è meno apprezzata di altre che sembrano molto più belle, beh allora ce l’avremo fatta:  avremo quella marcia in più che non tutti possiedono.

Vi lascio qui sotto un piccolo incentivo, la mia foto numero uno. Si esatto! La numero uno come per “Paperon de Paperoni”. La mia primissima foto di cui ricordo ogni particolare del momento di scatto, come fosse ieri. Sono matematicamente certo che non vi scapperà nessun WOW e nessun like in questo caso, ma racconta molto del mio percorso fotografico. Innanzitutto ritrae un paesaggio non a caso, non una persona, non un oggetto ma il luogo in cui mi trovavo e che è diventato il mio soggetto preferito da fotografare. L’altra cosa che è evidente è che nessuno nasce maestro, si parte tutti dalla base e pian piano si migliora, senza fermarsi mai.

Ricordatevi che ogni volta che apprendiamo, studiamo, metabolizziamo qualcosa di nuovo nella vita, noi stessi ci trasformiamo in qualcosa di nuovo, quasi sempre migliore di ciò che eravamo prima.

Prima Foto 1
Cometa Neowise 2020
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Fotoritocco di un paesaggio urbano per renderlo sferico

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