Chi sono

Francesco Fanti

Chi sono

Fotografo di viaggio e paesaggio

La fotografia è l'arte del trovare qualcosa di straordinario anche in un luogo ordinario

Su di me? Mirini, emozioni, attese, magia, speranza e studio: queste le parole chiave della mia vita e quando le ho digerite e comprese nel profondo, ho avuto il coraggio di aprire il mio zaino e tirare fuori la mia macchina fotografica e congiungerle tutte in uno scatto fotografico.

Ho tramutato così l’amore sfrenato per la natura, per i suoi colori, per i suoi suoni e per le infinite emozioni che riesce a regalare un paesaggio, nella mia passione per la fotografia che mi accompagna da moltissimi anni.

Ho studiato… certo tutte le nozioni tecniche, teoriche e pratiche del mondo fotografico, ma prima di tutto questo, me stesso, tirando fuori le sensazioni nel mio profondo in un’intima solitudine , imparando a socializzare con il tempo, specialmente quello delle attese: quel frangente che riusciva a fare di me una notte stellata, un prato fiorito, una montagna pennellata di neve soffice  e che non appena riuscivo a scorgere attraverso il mirino, restituiva ai miei respiri la magia che andavo cercando nella vita, e a chi poi ammirava i miei scatti, l’emozione di un luogo che unisce chi lo vive fisicamente e chi lo contempla attraverso una fotografia.

Accorgersi di riuscire a fare questo, ossia emozionare attraverso uno scatto, è stato l’input principale per mollare tutto il resto e incontrarmi finalmente con me stesso e quel mondo che, da tutta la vita avevo osservato dagli angoli in silenzio e compostezza e che d’un tratto pareva un’onda: voleva comunicare in un linguaggio che faceva a meno delle parole, ma utilizzava la magia emozionale come tavola da surf, sul scintillio delle prime stelle sull’acqua blu.

Ed io sentivo il vento delicato sulla faccia, in quella morsa celeste che placava il resto, al di fuori di me. Posseduto dall’irrealtà e incantato dalla bellezza ascoltavo e mi lasciavo guidare dal mondo. Era lui che mi prendeva per mano e mi conduceva nei miei viaggi a cristallizzare un attimo del tempo in un eterno istante, e a raggruppare un insieme di sentimenti che riuscivano, improvvisamente, ad essere condivisi con chiunque fosse disposto a farli propri.

Lì in bilico, dopo lunghe camminate e scalate, qualche volta rischiando un po’ , in attesa della poesia di un momento unico che avevo imparato a catturare… lì a sperare.

La speranza conduce più lontano della paura sempre, mette le sue radici nella roccia e io non ho più smesso di cercare, attendere e scattare: in un tempo in cui la vita spesso ci opprime, mi basta un istante a salvarmi e a essere felice.

E quando ho imparato a fare questo, attraverso la fotografia, ho voluto iniziare a insegnarlo. E a quanti mi chiedono “perché dovrei fare un fare un corso fotografico?” io rispondo che “Non basta saper guardare il mondo ma serve anche vederlo ed è quello che ho imparato a fare io, in tutti questi anni, con tanta pazienza e dedizione”.

Il mestiere di fotografo è un viaggio straordinario!

Perché mi innamoro della fotografia di paesaggio ogni giorno

Un giorno regalai una macchina fotografica a una ragazza che poi divenne la compagna della mia vita e uscimmo a provarla, nei territori in cui viviamo da sempre, le amate colline immerse nella natura. Quel giorno, mentre tenevo in mano quell’aggeggio sentii un’emozione particolare. Provai a fare qualche ritratto al mio cane e alla mia ragazza, sono sempre belle le puntate del mirino sui soggetti che ami, ti fanno sentire completo… poi però diressi l’inquadratura alla natura compositiva che vedevo nell’intorno e mi sentii me stesso, quasi come messo a nudo, con tutti i miei pezzi mancanti anche, con i miei dubbi sul futuro e su che tipologia di uomo sarei diventato davvero nella vita. Di fatto sono un Dottore in Economia e Finanza. Avrei fatto questo? Conti, analisi previsionali, bilanci economici? Ecco lì, immerso nelle mie colline, su questo mi interrogavo, già dopo la prima ventina di scatti ricercati.

Semplicemente mi sentivo bene, quel giorno e tutti quelli a seguire in cui impugnavo la macchina fotografica, camminavo e mi fermavo. Una corsetta per catturare un momento del sole particolare, una sosta in attesa dell’ora blu, lì a godere della bellezza della natura, a portare a compimento i pensieri che ne scaturivano, a fare escursioni in luoghi che altrimenti non avrei scoperto, fuori nel mondo e dentro me stesso, o semplicemente ad accorgermi che ciò che avevo intorno e nel quale avevo vissuto da tutta la vita, poteva essere visto con inquadrature, luci, contrasti e occhi differenti. 

La fotografia non ha cambiato me stesso: attraverso il catturare i momenti, il vedere l’armonia all’interno di composizioni che realizzo, io riscopro quello che sono sempre stato e riesco a guardarlo e ascoltarlo. È questo contatto stimolante con la natura del paesaggio fuori e di quello all’interno delle mie viscere che evolve tutto il resto, ad un certo punto della mia vita.

È questo che diventa l’incipit del racconto che volevo mettere nero su bianco del mio esistere, attraverso i colori e i contrasti delle mie fotografie: il sogno di portare questa passione ad un livello superiore, attraverso l’assiduo studio teorico e pratico delle tecniche ritrattistiche e farlo divenire il mio lavoro. Un lavoro che oggi amo tantissimo e che alimenta continuamente la mia voglia di vivere in questo pianeta meraviglioso chiamato Terra.

Quando un sogno si realizza, tutto cambia: le abitudini, gli stili di vita, i pensieri.

Anche le mie colline erano improvvisamente cambiate. Non erano più le mie colline.

Erano lussureggianti colline bagnate dalla pioggia appena caduta e nel momento in cui percepivo che il sole aveva di nuovo voglia di illuminarle, io uscivo con la mia macchina fotografica e mi arrampicavo lentamente su di esse, respirando quell’odore che la terra bagnata dalla pioggia, rilascia al primo raggio di sole. Erano colline del mondo, di tutta l’umanità che avevo l’onore di vivere e ritrarre.

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